mercoledì 21 novembre 2012

Vicious! you hit me with a flower / you do it every hour / oh baby, you're so vicious

Ho tagliato i capelli. Ho dovuto, perché mi sono infine decisa a farli ricrescere (questa causa-effetto ha più senso di quanto possa sembrare) e siccome da quest'estate era rimasto una specie di doppio taglio, e la frangia laterale era diventata uno spinacio penzolante, un livellamento generale era l'unica soluzione. Non so poi per quale ragione al mondo io abbia sentito un'improvvisa nostalgia per la frangetta para (vedete che i vecchi album di facebook sono il male?) e sull'onda di questo malsano sentimentalismo, cosciente del fatto che "ora o mai più", sono corsa dalla parrucchiera senza confidare a nessuno le mie intenzioni perché sapevo perfettamente che stavo andando  a fare una cazzata e che chiunque amico/conoscente/cane sano di mente mi avrebbe fatto desistere in ogni modo. Quando sono uscita di lì, la cazzata era evidente sia dentro la mia testa che sopra. E amen. Dal secondo lavaggio in poi però, col fatto che non mi pettino praticamente mai, il risultato del taglio è una via di mezzo tra "paggetto medievale", "attrice francese della Nouvelle Vague" e "lesbica impenitente". Tutto sommato non mi dispiace.

Andare in facoltà sta diventando una specie di disciplina olimpionica. Che vuol dire? Semplice, che io non pratico discipline olimpioniche.

La prospettiva di rimanere a casa intabarrata nelle coperte a fare incetta di classici cinematografici, musicali, letterari e quant'altro è fin troppo attraente. In appena un paio di giorni ho (ri)visto Amore e guerra di Woody Allen e 8 e 1/2 di Fellini (a seguire: Hiroshima mon amour), risvegliato la mia passione viscerale per Lou Reed, Smiths e Jefferson Airplane, scoperto nuovi gruppi niente male (tra cui The Coral e Gentle Giant) e spulciato libri in ordine sparso. Ma ora mi sto sforzando di fare la brava, giuro. In più, col fatto che quando non vado in università mi assale un tremendo senso di colpa, divorata dal succitato sono stata spinta a studiarmi in solitaria già buona parte del programma di svariate materie.

Domenica io e Marvi siamo state allo stand al freddo e al gelo per 12 ore consecutive.
Nota positiva: i takoyaki. (leggasi: polpette di polpo giapponesi fritte).
Nota negativa: abbiamo sfasciato il gazebo per cercare di smontarlo. Ma non era mio, quindi per me è una nota neutra.
Nota assurda: ora, ditemi voi, quante probabilità ci sono di incontrare (ed essere riconosciute e chiamate) una professoressa universitaria di lingua francese di 54 anni in un mercatino giapponese per adolescenti otaku incalliti? zero virgola zero? signore e signori, a quanto pare anche la matematica è un concetto relativo.

PS: io e l'uomo siamo tanto ma tanto scemi / e lui è tanto bellino quanto tontino / e questo weekend fuggiremo in quel d'Abruzzo e non voglio sentire ragioni. ecco. lov!


martedì 13 novembre 2012

Il mio endometrio non s'ha da sfaldare

Tornata da una giornata off dall'università per fare tremila giri di ritiri analisi e visite a destra e a manca tra ginecologi ed ematologi. Roba che ormai le mie ovaie le ha viste pure gesù cristo. Ma finalmente buone notizie (era pure ora, insomma). Da domani sono ufficialmente sotto narcotici per risvegliare il mio simpatico mestruo. Mi dovrò tipo imbottire di integratori, diuretici e altre robe ogni mattina e vediamo se ste stronze si degnano di tornare... Anyway, finalmente le mie analisi del sangue sono decenti, anzi che dico, proprio belline belline! Così belline come non le ho mai avute. Così belline che quasi me le appenderei in camera, ecco. Parola di anemica incallita. E quindi niente, ora continuate a pregare per me e se doveste imbattervi nelle mie rosse chiamate Chi l'ha visto. Offresi ricompensa. (Non lauta però, che ultimamente non c'ho una lira.)

Stasera seconda volta in piscina, già tutta un'altra cosa (anche se prima ero tanto ma tanto bravina e mi rendo conto di essere tornata una semi-schiappa. ma ci lavoreremo non temete). Mi rendo conto che mi mancava terribilmente perché mi sniffo la pelle in continuazione, so di cloro, sorrido e mi sento in pace con il mondo. Ahhh! Che poi che buffo, non ci avevo mai pensato ma il mio nome è dentro al suo: clo-ro. Tutto si spiega.

Un tipo in corsia è decisamente molesto verso di me. Però un po' mi fa ridere. Cioè, è un abbordaggio buffo. Tipo oggi alla fine mi stava venendo un crampetto e io molto discretamente lo stavo tirando e lui ha pensato di accorrere in stile Baywatch (questo è il campo del buon Fannes) e è rimasto lì a cercare di fare il salvatore fino a che non lo ho dovuto scacciare brutalmente e mi son fatta le ultime vasche col crampo pur di sfuggire alle sue opprimenti premure. Visti con occhio distaccato, i trentenni sono più ridicoli dei ragazzini.

Ah, oggi è il compleanno di Marco, che se ne sta ancora in quel di Lille a fare il tipico studente in Erasmus medio (leggasi: sporadiche maratone di studio matto e disperatissimo e al calar del sole bivacchi e gozzoviglie in allegra compagnia). La sua assenza in facoltà si sente. Torna presto, scimunito.

PS: io e Nel stiamo progettando un week-end di "fuga" in montagna da più di un mese, ma ci tocca sempre rimandare per una cosa o per l'altra. Anche questo che viene non si puote. Lui lunedì ha un esame (che gli stanno rimandando già da due settimane), e io domenica ho promesso di fare supporto morale a Marvi nel suo stand di manga al mercatino giapponese. In cambio mi nutrità gratis di sushi: non potevo rifiutare. Ce la faranno i nostri due eroini? Riusciranno a evadere dalle ansie della città e a godersi un caminetto indisturbati sul far della sera? (....con annessi e connessi...)? E ancora, la nostra beniamina vincerà l'eterna lotta contro i suoi ormoni rimbecilliti? Questo e altro, nella prossima puntata.
io e nel azzeccati precisi sputati (chi l'ha disegnato ci spia palesemente)

sabato 10 novembre 2012

Ricominciare nuoto dopo quattro anni che non si alza il sedere

Non muovo più niente. Gambe, braccia.. niente. Credo che morirò. Addio.

lunedì 5 novembre 2012

Cronache di otto sbandati in quel di Toscana

Siamo partiti giovedì con il meteo che prometteva alluvioni e barche di Noè più o meno fino alla fine dei nostri giorni, e invece fortunatamente la pioggia si è limitata solo al primo giorno e non è stata neanche poi sta gran cosa che i mass media propinano sempre più istericamente man mano che ci avviciniamo alla fine del calendario Maya. Insomma, otto eravamo alla partenza e in otto siamo tornati, sani, salvi, e no, senza dover sostituire caduti di guerra con qualche povero abitante toscano, quindi non ci possiamo proprio lamentare.

Giovedì siamo stati a Lucca (che ho scoperto di aver già visitato nientepopodimenoché alle elementari) in occasione del Lucca Comics e, già che c'eravamo, ci siamo girati la città. La sera, dopo la sistemazione a Pisa in due bungalow super-economici e il sacro momento del cibo (per me un calzone prosciutto e funghi niente male), siamo tornati a Lucca perché i boys si erano iscritti a una "entusiasmante" sessione di Sine Requie dal vivo (gioco da tavolo very nerd, lasciate ogni speranza o voi ch'entrate) che si sarebbe disputata per l'appunto al calar delle tenebre. Ah, quando dico "dal vivo" intendo dal vivo vivo. Cioè, il ritrovo era dentro una specie di cripta lucchese dove o si conservano i vini d'annata o si occultano cadaveri (o entrambe le cose volendo, nessuno ve lo vieta e i vini non testimonieranno contro di voi), e c'era questo gruppo di persone che fingevano di essere nobili toscani sopravvissuti a un'apocalisse zombie. Quando l'organizzatore ci ha spiegato la cosa ho seriamente dovuto pensare agli eventi più tristi della mia esistenza per evitare di scoppiargli a ridere in faccia, che magari sarebbe risultato poco carino. Che poi almeno mi aspettavo un po' d'azione, e invece questi parlavano, stavano in piedi, in gruppetti, e si parlavano con nonchalance di feudi e castelli e spade forgiate e io stavo lì con le ragazze e li osservavo con quel tanto di distacco scientifico che ti permette di comprendere che c'è una forte probabilità che tu sia circondato da una massa di squilibrati mentali. Però poi c'è stato un colpo di scena: urla, porte immaginarie che si aprono e che si chiudono e insomma sì, c'è pure scappato il morto. Pace all'anima immaginaria di quel derelitto.

Il giorno dopo ci siamo svegliati a Pisa che il 70% d'acqua di cui siamo fatti si era trasformato in acido lattico, ma nonostante questo ci siamo indirizzati di buonumore verso il centro pronti per il secondo giorno di esplorazione e per la seconda città da visitare. Ho amato Pisa. E' una città piccola, vecchia, pacifica, antica. Costruita lungo il corso dell'Arno, con i suoi vicoli, le sue piazzette, la sua storia. Deliziosa. Te la giri che è un piacere. Ho pranzato con un panino buttata sul prato di Piazza dei Miracoli, a tu per tu con il campanile stortignaccolo (sì insomma la torre che pende), la cattedrale, il battistero e il quarto coso rettangolare che non mi ricordavo cosa fosse per tutto il viaggio e wikipedia gentilmente mi informa che è il camposanto (wikipedia: farsi una cultura senza sforzo since 2001).

Ah, due giorni mi sono bastati e avanzati per innamorarmi follemente dell'accento toscano (o meglio ri-innamorarmi, perché è dal viaggio a Firenze con Marvi che lo amo). Poi torni a Roma, senti una parlata che è la grevità per antonomasia, e ti deprimi. (Ora sarò sommersa da insulti di internauti proud to be romani del tipo: MA CHE CAZZO STAI A DI' NOI C'AVEMO ER DIALETTO ER PIU' MEJO DER MONNO A COJONA MA CHIUDI STA CIAVATTA CHE NUN CAPISCI N'CAZZO ROMA CAPUT MUNDI ROMA CAPITALE EDDAJE EDDAJE AOH AOH).


sabato 3 novembre 2012

La classe n'est pas de l'eau

Domanda: da che ora in poi è considerato socialmente sconveniente rimanere in pigiama di sabato pomeriggio?
E se il pigiama in questione fosse giallo e arancione coi pois arcobaleno farebbe differenza?
E se avessi ancora su il rimmel del giorno prima?
E se abbinassi alla mise un paio di ciabatte celesti con stampe di gatti very vintage?
rispondano solo fess-on blogghe e/o critici d'alta moda, astenersi perditempo

xoxo
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