mercoledì 27 marzo 2013

Palla al centro

La cosa bellissima è che sono "vincitrice" del bando di concorso per studiare 4 mesi all'Université Laval di Québec, Canada. Da settembre a dicembre. E l'altra vincitrice è una delle persone che mi stanno più simpatiche in facoltà. (Tanta gente e solo due posti in palio, fatemi un po' vantare).

La cosa bruttissima è che costa un po', e probabilmente non possiamo permettercelo.

Uno pari, palla al centro.

lunedì 25 marzo 2013

NO STRESS

Perché, perché, perché la gente deve scegliere proprio me per stressare qualcuno? O per destressare se stessa? O per chiedere favori? O per aspettarsi aspettative? Perché io sono quella affidabile. Perché io sono quella brava. Perché io sono quella giusta. Perché io sono quella che gli ostacoli non li scavalca, se li mangia. Perché io, semplicemente, sono io. Sì, ma chi è questo io davvero? chi sono io? superwoman? Ma c'ho già tanti pensieri miei per la testa, ma davvero, mi avete tutti preso per la nuova eroina del terzo millennio? o per una fessa? o per un'eroina fessa?!

ma che davvero. sono una ventenne cretina come qualunque altra. se ho imparato a barcamenarmi tra le rapide e le correnti dei miei problemi non vuol dire che sono una roccia/ancora di salvezza anche per le altre sbandate, ansiolitiche, ansiogene, disgraziate anime che passano. La gente mi mette ansia, le scadenze mi mettono ansia, le promesse mi mettono ansia, l'agendina mi mette ansia, la sveglia alla mattina mi mette ansia, persino la tastiera touch del mio cellulare mi mette ansia. LASCIATEMI VIVERE.

sabato 16 marzo 2013

Radio city serenade

Okay che non piove e c'è il sole e il calendario dice che la primavera è alle porte (alle porte di quale universo?), ma fa così freddo che dopo aver pranzato e dopo aver preso il caffè e con Mark Knopfler di sottofondo e i raggi del sole che filtrano chiari dalla finestra del salone, io mi metterei anche bellamente a dormire, avvolta in quell'intangibile, carezzevole, tiepida coperta chiamata pace dei sensi. yaaaawwwnn.

lunedì 11 marzo 2013

Ho un problema col blu navy (di libri, vestiti e scoperte interessanti).


Che io abbia dei problemi palesi ed evidenti non è una novità. Però per colpa di amiche malefiche che mi fanno scoprire siti ancor più malefici mi rendo conto che un problema fresco fresco da aggiungere alla mia già abbondantemente lunga lista è quello dello shopping online compulsivo. Per mia sfortuna (ma forse è una fortuna) si da il caso che io ultimamente non abbia una lira, quindi i miei acquisti sono ahimè assai limitati. (In questo senso mi sto attrezzando: probabilmente inizio a dare ripetizioni).

I miei siti preferiti sono al momento due: privalia e asos.

In più, devo assolutamente andare a fare compere a Porta di Roma e a Roma est, ma la donna è ancora relegata nel tristo luogo e io ho così brutalmente perso la mia principale compagna di shopping e consigliatrice ufficiale. Ho un dilemma interiore. Non posso trascinarci l'uomo barbuto per ovvie ragioni: 1) preferirebbe darsi una veemente mazzata sugli attributi e 2) non sarebbe di alcuna utilità, guardandomi con occhi sgranati in ogni nuovo completo, terrorizzato dal fatto di dover esprimere giudizi che un maschio non è oggettivamente in grado di formulare, e traumatizzato anche solo al pensiero di poter essere interrogato su verità eventualmente scomode (esempio: questi pantaloni mi fanno il culone? e queste cosce?! ma no, vero che è una piega del jeans, un taglio del modello, che incompetenti questi stilisti ormai assumono cani e porci vero? è così non trovi? giura che è così! e via dicendo con scene comico-patetiche di questo calibro).

Il kindle, già lo ho accennato ma merita un secondo approfondimento infervorato, è LA SVOLTA. Non una svolta, La svolta. Con la elle maiuscola. Io, che sono una divoratrice di libri compulsiva, nel periodo più freddo dell'anno cado puntualmente in depressione al pensiero di aver molto meno tempo da poter dedicare alla lettura (con una media approssimativa di 2-3 libri letti nella stagione invernale contro una dozzina abbondante del periodo estivo - ovviamente i tomi che mi devo studiare per gli esami non sto neanche a menzionarli, maledetti). Ebbene, da quando ho il kindle sono molto più incentivata a leggere: posso farlo ovunque e con libri di qualunque peso e misura, tutti perfettamente stilati nel mio fantastico, leggerissimo, ultrasottile rettangolino tecnologico. Leggo in metro, leggo per strada, leggo tra una pausa e l'altra all'università, la sera per prendere sonno, nei momenti morti della giornata prima di correre da una parte all'altra. Lo consiglio spassionatamente a tutti, essendo oltretutto anche economicamente abbordabile. Insomma, equipaggiatevi. Kindle-munitevi. (Ovvio, io parlo del Kindle perché è quello che ho comprato io, cioè quello disponibile su amazon, ma il discorso è valido per qualunque tipo di ebook reader).

Ultime letture:
  • Il grande Gatsby, Scott Fitzgerald (non lo consiglio, è noioso lento e per nulla entusiasmante)
  • Finzioni, Borges (raccolta di racconti e saggi molto particolari, tendenti spesso al metafisico... un bel sì)
  • I dolori del giovane Werther, Goethe (questo non sta a me dirvi di leggerlo, è un dovere - e anche un piacere - del buonsenso)

sabato 9 marzo 2013

Io sbaglio

a scrivere le cose belle (quelle rare volte che lo faccio). Che poi la sfiga mi sente. Ha come un sensore radar che appena poco poco percepisce che sto esternando benessere s'impanica, s'agita, suda; "ma come? che fa? è felice? ..senza di me?"; arriva tutta trafelata, poveraccia, la faccio correre! Arriva col fiatone e prontamente m'abbraccia. Non sia mai che l'abbandono! Meschina! Perdonami, sfiga, se ti faccio prender gli spaventi. Se ogni tanto mi scordo di te. No volevo, ti giuro, ero in buona fede... Sì, dai, ora però staccati che se mi abbracci così forte non respiro, sì, ho capito, lo so che mi vuoi bene.

Io un po' meno.

mercoledì 6 marzo 2013

Recentemente.

Ho comprato dei jeans nuovi, 2 paia, taglia 42 e non più 40, e mi sento bene, mi sento bella.
Ho iniziato il secondo semestre all'università e sono piena di voglia di imparare, la mattina mi alzo dal letto volentieri, mi passo un filo di trucco, esco con la tracolla piena di quadernoni e assaporo l'aria primaverile.
Mi porto il kindle in metro e leggo, leggo, leggo. La gente si incuriosisce e mi sbircia di sottecchi, perché è curiosa, la gente, e cerca di sbirciare cosa leggo (teste che fanno capolino sopra la mia spalla), a me scappa un mezzo sorriso e continuo a leggere.
Prendo l'autobus da sola, lo aspetto da sola, mi godo i silenzi, i miei tempi, i miei pensieri. Mi godo un po' di piccole solitudini piacevoli come non facevo da tanto tempo, e sto bene. Mi godo gli amici in facoltà.
Esco con il gruppo, con le amiche, e anche con loro sto bene. Quelle più care, poi, mi viene voglia di abbracciarle, ma mi dico che non capirebbero, e allora me le abbraccio con gli occhi. Mi sento come... finalmente in pace.
Passo a trovare il mio uomo barbuto, a casa malato, che mi dice che fa spavento di non farci caso, e invece, in quella maglietta bianca semplicissima che gli fa risaltare il torace e le spalle, con quei riccioli mori e impertinenti e quella barba ispida, lo vedo così bello che neanche provo a spiegarglielo perché non mi crederebbe, e rimango a giochicchiare col cane, e resto a cena, e mangio con tutti quanti, e lo vedo contento perché succede di rado e lo so che a lui fa piacere e allora fa piacere anche a me. Sono felice della sua felicità.
Nuoto. Attendo con educata e imperturbabile pazienza le sere in cui vado a nuotare. Sento l'acqua avvolgermi ad ogni bracciata, abbracciarmi e ristorarmi come può fare solo un'antica sorella.
Penso che tra un mese io e l'uomo barbuto saremo a zonzo per i colorati ed etnici vicoli di Barcellona, e non vedo l'ora, e però quest'attesa mi piace, intensifica ogni pensiero di felicità e lo proietta in una visione lontana, al sicuro, infrangibile, che mi aspetta.

Oggi è così, ho fatto pace con il mondo, e cento giorni grigi non possono offuscare questo senso di felicità mentre sorrido ai volti sconosciuti sul metrò.

 

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