giovedì 24 maggio 2012

Di sfighe, torture, vacanze e bei regali

Anche inglese è andato. Domani ultimo scritto di francese. Le lezioni finiscono precisamente domani.

Mi hanno tolto il secondo dente del giudsupplizio, quello brutto, quello messo storto, maledetto. E' passato un giorno e ancora sputo sangue, ma almeno ho smesso di sbavare (il dentista ha dovuto farmi una dose di anestesia da cavallo perché non bastava mai, quindi a un certo punto avevo mezza faccia e lingua paralizzate e da lì in avanti ho iniziato a sputazzare). Appena l'effetto della droga è terminato ho iniziato a soffrire le pene dell'inferno dantesco, ho pianto (anzi lo ammetto, mi sono proprio disperata) e sono stata per tutta la serata/nottata nel pieno di un delirio inconscio in cui (mi hanno detto in seguito) urlavo frasi sconnesse sulla morte e sulle zanzare (?) e facevo la spola tra divano e letto, accasciandomi alternativamente sull'uno e sull'altro. Ora ho i punti di sutura e sospetto che facciano male ma non ne sono certa: è da stamattina che mi drogo di Oki e ad ora credo di averne così tanto nelle vene che se anche qualcuno mi infilzasse con un trinciapollo non sentirei alcunché.

Come potete vedere ho un'alta soglia del dolore.

domenica 20 maggio 2012

Domani

Reminescenze di anni passati, sogni già fatti e già consumati.

Per i miei 20 anni non voglio una festa; in realtà non voglio festeggiare affatto. almeno, non nel modo in cui festeggia la gente. voglio pensare tra me e me, spendere una giornata in solitudine, lontano da tutte le persone a cui voglio bene. voglio prendere le distanze per un paio di giorni perché a volte da lontano si vede meglio, e io voglio vedere meglio dove sono arrivata fino ad ora e voglio abbracciare per bene, con il pensiero, le persone che mi sono vicine; una ad una.

Non mi so relazionare. Io alla gente riesco a voler bene meglio a distanza. Riesco a voler bene agli altri meglio quando sono da sola, perché allora la mia testa si popola di rumori suoni immagini e si apre come un vecchio album foto-ricordo, di quelli con gli angoli delle foto un po' ingialliti, corrosi dal tempo che incalza, che poi son sempre i ricordi più belli.

Più cresco più noto che ho un'inclinazione tutta particolare alla malinconia, che mi piace, che mi ci avvolgo per bene come con una coperta d'inverno, che mi soddisfa e mi appaga e non saprei vivere altrimenti; ho sempre bisogno di ricercare la fonte di questa sottile inquietudine dolceamara per berla fino a irrigare ogni vena, fin giù nei capillari, pompata dal cuore dentro ogni piega dei miei pensieri.

Stamattina mi sono svegliata e fuori dalla finestra il tempo era brutto, e mi è piaciuto. Le nuvole sono plumbee, elettrostatiche, dense, pesanti: e mi piace. Oggi mi piace. Mi piace così.


Reminescenza: [re-mi-ni-scèn-za] s.f.
facoltà di richiamare alla memoria
cose vedute o apprese;
caratteristica involontaria della psiche
di riportare in superficie
esperienze vissute nel passato.

lunedì 7 maggio 2012

gnipignopignù (un titolo come un altro.)

E' notte e non riesco a dormire perché lui non è nel mio letto e non posso abbracciare niente se non il cuscino. Che devo dire, ogni volta mi abituo e mi abituo male. Siamo stati tre giorni in montagna (fuga dalla società, fuga dalla civiltà, fuga dalla città), e come sempre quando torno qui devo riprendere la routine quotidiana (ad esempio domattina all'alba mi tocca andare a far le analisi del sangue: sarà infine la volta buona? sono piuttosto dubbiosa). Ovvio che lui c'è, nella mia routine quotidiana, però c'è in maniera diversa.... e io la notte vorrei tanto intrufolarmi col muso nell'incavo della sua spalla perché è davvero il posto migliore del mondo dove fare sogni tranquilli e dimenticare ogni preoccupazione, ma no, ecco, si ritorna al buon vecchio libro della buonanotte. Eh beh.

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