lunedì 6 agosto 2012

In Dublin's fair city.. resoconti di viaggio.


Back from Ireland! Tornata, già... e non ho fatto in tempo a metter piede giù dall'aereo che sono stata letteralmente fagocitata dal caldo afoso di Roma e ho sentito la pelle che si imbeveva di umidità appiccicosiccia come una spugna nella vasca da bagno. Bleah. In compenso l'aria patria mi ha subito stimolato un qual certo bisogno fisiologico che era rimasto lungi latente in quel di Dublino (sì insomma, la cacca).



Vi faccio un po' di lezione orsù. Questa sotto è la statua di Molly Malone, detta affettuosamente dai dublinesi "the tart with the cart" (la debosciata col carretto), che secondo la canzone di cui sopra, che a sua volta si rifa al folclore irlandese, sarebbe stata una povera fanciulla della piovosa capitale che passava instancabilmente le sue giornate a vendere crostacei e molluschi  sgolandosi per la città col suo carrettino e che per tirare a campare la notte arrotondava con ben altro tipo di mestiere. Toccarle le tette porta fortuna, o almeno così dicono.

(questo succede quando non sono io a fare le foto, arfh)
Le lezioni, divise in due blocchi al mattino dalle 9.15 fino all'ora di pranzo, erano alla Sandford Park School, che quando il tempo permetteva aveva un bel prato vicino ai campi da football e tennis dove poter digerire più o meno in pace (schivando palloni che ti facevano il pelo ogni tanto) il pranzo ingurgitato in dieci minuti dieci (dopo corse assassine per la fila al rancio) perché poi si doveva sempre andare quasi subito da qualche parte. Io che ho lo stomaco debole a muovermi in piena digestione mi sentivo per buona parte del tempo le patate irlandesi fare su e giù per l'esofago. Un'esperienza molto Irish, considerando anche che abbiamo vissuto di patate per tre settimane (e loro ci campano tutto l'anno). Poi si sorprendono che a metà del 19°secolo, quando ci fu la famosa Grande Fame (the Great Famine), ovvero la malattia e carestia del tubero nel paese, creparono tutti gli irlandesi. Eh beh, fatevele du' domande figli! Ho esternato questo mio pensiero all'insegnante irlandese che mi ha prontamente risposto (traduco): "beh non le abbiamo avute per due anni e son morti metà irlandesi, e l'altra metà è espatriata, capisci anche tu che ora appena ci mancano andiamo nel panico!". Insomma un circolo vizioso. Sto immaginando un bambino rossiccio e lentigginoso sul seggiolone che si rifiuta di mangiare patate perché non gli piacciono: secondo me lo gettano dalle rupi come gli spartani coi bambini malformati.


La nostra hostmum Brid è un soggetto assai bizzarro, un tipico esemplare da studio antropologico di Real Time. Con noi è sempre stata gentilissima e affabile, sorridente, carina... una vera irlandese... completamente strafatta. Troppo rincoglionita! Una domenica che io e Marvi eravamo uscite, essenzialmente per andare ad alcolizzarci a Temple Bar in pieno pomeriggio, quando siamo rincasate l'abbiamo trovata addormentata sul divano con tanto di bavetta alla bocca e un bicchiere rovesciato sui cuscini. Il divano puzzava di vino. Sì è svegliata con una faccia che manco una persona imbottita di sonniferi e antidepressivi e si è mestamente trascinata per le scale in camera sua a continuare la sua dormita. In tutto ciò noi ci siam messe a cazzeggiare sul lettone di Marvi (il suo era a una piazza e mezzo, sta maledetta ahah) con la porta chiusa, e a una certa si sente dal piano di sotto una sveglia squillante. Brid non dava segni di vita e la sveglia continuava a suonare. Ignoriamo la cosa, e quando dopo un po' apriamo la porta per andare a cucinarci qualcosa da sole (dato lo stato di Brid) ci troviamo dentro una nuvola grigia e intossicante di fumo che sale dalla cucina in tutta casa: non era una sveglia quel casino di prima, bensì l'allarme antincendio; aveva lasciato sui fornelli delle verdure che noi abbiamo trovato carbonizzate e squagliate insieme a tutta la padella. In pieno codice rosso abbiamo spalancato tutta casa per non decedere nel fumo e in tutto ciò lei ancora se la dormiva. Secondo alcune malelingue aveva assunto psicofarmaci mischiandoli col vino. Eppure no, povera cara Brid! ci lasciava sempre il tavolino della colazione apparecchiato così quando tornavamo la notte dopo essere state fuori al freddo e al gelo potevamo (potevo) smangiucchiare latte e biscotti o pane e nutella. That's ammore .

I pub irlandesi sono tutta un'altra cosa, porcamiseria. A parte che dentro sono labirintici, nel senso che sono composti da tremila stanze "a incastro" l'una con l'altra e spesso si sviluppano anche su più piani, e poi dentro c'è quasi sempre musica dal vivo (spesso tradizionale) con gente cordiale paonazza e sbronza che canta e si diverte in un clima del tutto diverso dalla noia e monotonia dei nostri. Cioè, entri in un pub e sei amico di tutti e con tutti, tutti ti vogliono bene, cantano con te, si beve (spesso tutti in piedi) e ci si vuole bene come una grande famiglia di ubriaconi. That's ammore 2 . (N.d.A. se qualcuno dovesse andare a bere a Dublino consiglio caldamente i pub Temple Bar e O'Neil, entrambi in centro).



Poi, vogliamo parlare dell'aggressione fisica che ho subito in piena notte da un gatto arancione obeso introdottosi nella mia camera dallo spiraglio della finestra? Vogliamo dire che ci ho combattuto per mezzora mentre avevo cali di vista per il sonno e non riuscivo a rispedirlo fuori perché era troppo obeso? Vogliamo dire anche che dopo svariati tentativi di spingerlo fuori per il suo grasso sedere arancione ho rinunciato e mi sono rimessa a dormire finché non si è spaparanzato spelacchiando nella mia valigia? E infine, vogliamo dire di come io esasperata e assonnata mi sia alzata, abbia sollevato tutta la valigia con lui dentro che faceva fusa a profusione, e lo abbia frullato letteralmente dalla finestra? Inutile dire che dal nostro primo incontro siamo diventati amici del cuore nei giorni a seguire. Si chiama Tiger, Mr.Tiger per gli amici non stretti.

Abbiamo visto un sacco di posti, tra cui il Trinity College (of course) & Book of KellsGAA museum e stadio (dove mi dice la regia che si sono esibiti gli U2 un sacco di volte - io finora avevo vissuto ignorando completamente che essi fossero irlandesi), il museo della Guinness (che mi sono sforzata di bere ogni tanto ma la birra non mi piace, al massimo tollero qualche rossa come la Kilkenny), il Leprechaun museum (questo era un po' una pagliacciata per bambini), siamo andati sul battello lungo il fiume Liffey, poi abbiamo girato per il centro in lungo e in largo tra negozietti luoghi carini e Starbucks (oh mio dio quanto mi è mancato il caffè italiano voi non avete idea), poi io e Marvi abbiamo fatto le persone stupide a St.Stephens Green e le pazze nei centri commerciali, abbiamo visto al cinema The Lorax che è adorabile e l'ultimo Batman (The Dark Knight Rises) che è figo ma il cattivo con la maschera e voce intubata quando parlava io non ci capivo una mazzacetriola.

Poi ancora, riguardo le gite fuori porta, siamo andati a Galway, una cittadina tanto carina dove io e Marvi abbiamo comprato un sacco di caramelle, poi alle Aran islands, un luogo magnifico che noi abbiamo visitato con un tempo di supercacca, a Kilkenny, cittadina medievale anche questa so lovely con tanto di visita al castello, e infine a Howth, luogo sperduto vicino Dublino dove avremmo dovuto vedere le foche dalla scogliera e raccogliere amabilmente conchiglie sulla spiaggia, mentre invece c'è stato un temporale furioso e ce ne siamo tornati sul pullman con le scarpe infangate e zuppi fradici fin nelle mutande. E non è metaforico. Il pullman puzzava di cane bagnato. Anzi che dico, di settanta cani bagnati. Potete figurarvi che delizia..

In tutto ciò io mi sono trovata il tempo di leggere The Dubliners di Joyce e si può dire che ho fatto una vera e propria full immersion nelle tradizioni irlandesi. Per stemperare questo clima dotto poi la sera ci ammazzavamo di Geordie Shore, che è la versione inglese del Jersey Shore americano. Ancora più trash, trash senza speranza, un'invasione di trash.

Ma quanto sto scrivendo? Mio dio fermatemi, qualcuno mi leghi, sparatemi a un arto, insomma accorruomo, sto seviziando i miei poveri disperati lettori...! (A proposito, ho visto cose sui canali irlandesi che voi umani non potete neanche immaginare..)
Dai direi che mi fermo qui e vado a disfare la valigia; al ritorno me l'hanno imbarcata come "heavy", con ben due kg di trasgressione vestiaria... sfido chiunque a chiuderla come ho fatto io l'ultimo giorno: ci ho saltato sopra di dritto, di rovescio, di sbieco, di ginocchia, di sedere e infine in stile sirena spiaggiata che rantola a riva.... ma ce l'ho fatta. I did it! Yo motherfuckers.


P.S. mi riserbo la facoltà di mettere foto e piccole citazioni o frasi della vacanza nei post a venire, ovviamente a mia più totale e sconsiderata discrezione, quindi spaventatevi... questo è solo l'inizio. *musica di Profondo Rosso*
Aran Islands, costiera


7 commenti:

  1. E le irlandesi, come sono? <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ti dirò fannino, la maggior parte cesse, e sono delusa anch'io :|
      i ragazzi hanno più variatio, ma si dividono tra cessi e fighi, le vie di mezzo non ci sono!

      Elimina
    2. che posto triste, vorrà dire che quando andrò mi toccherà concentrarmi sul paesaggio! :D

      Elimina
  2. Che viaggio-bomba, Clo!
    Uao ! Mi hai invogliato!

    Mi iscrivo al tuo blog.. si ma dove?
    adesso vedo di trovare il modo di iscrivermi !
    Ciao, bacio !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se vedi sulla dx del template c'è una specie di etichettina che si allarga e lì trovi "lettori fissi" e zacchete! :3

      a presto :*

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...