domenica 25 dicembre 2011

Dal saggio di Chabod, parti che mi son piaciute del pensiero di Rousseau

Coscienza! coscienza! istinto divino, voce immortale e celeste, guida sicura di un essere ignorante e limitato, intelligente e libero, guida infallibile del bene e del male, che rende l'uomo simile a Dio. Sei tu che fai l'eccellenza della sua natura e la moralità delle sue azioni: senza di te io non sento nulla in me che mi elevi al di sopra delle bestie, all'infuori del triste privilegio di perdermi di errore in errore grazie ad un intendimento senza regola e ad una ragione senza principio.
(Profession de foi du vicaire Savoyard, nell'Émile, lib. IV).

Togliete dai nostri cuori questo amore del bello, e toglierete tutto il fascino della vita.

Sento il mio cuore, e conosco gli uomini. Non sono fatto come alcuno che ho visto; oso credere di non essere fatto come alcuno di coloro che esistono. Se non valgo di più, almeno sono diverso.

L'uomo è per natura uno; ma l'uomo modificato dalle religioni, dai governi, dalle leggi, dai costumi, dai pregiudizi, dai climi, diviene così diverso da se stesso, che non dobbiamo più cercare fra noi ciò che è buono per l'uomo in genere, ma ciò che è buono per l'uomo in un determinato periodo e in un determinato paese.
(Lettre à d'Alembert sur les spectacles)

Gli uomini sono individualità, ciascuna a sé, mosse, prima che dalla ragione, dal sentimento, e dalla coscienza morale, prima che dalle "regole", dalla fantasia e dalle passioni: e il maggior bene per l'umanità, il compito supremo della stessa attività legislativa e politica è, appunto, permettere che le molteplici e multiformi individualità si sviluppino e si affermino.
(Lettre à d'Alembert)


....c'è però da dire mio caro, che eri proprio un inguaribile ottimista.


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