lunedì 23 gennaio 2012

Nico: storia di un parto travagliato

Tutte. Una dopo l'altra, ma mi son capitate tutte.

Obiettivo: acquistare la reflex (dopo mesi di ricerche spasmodiche e compromessi coi miei) in un famoso negozio di fotografia, tra l'altro neanche lontano da casa.

Mattina: mi alzo, mi preparo, sto per uscire per compiere Obiettivo quando per scrupolo decido di chiamare mio padre per accertarmi che abbia trasferito i soldi sulla postepay.

"Ehm....". Okay, non lo ha fatto. Lo puoi fare adesso? "si si lo faccio". Faccio colazione mentre attendo il via libera. Squilla il telefono. Fatto? Vado? "C'è un problema..." Okay. che problema. (mantieni la calma Clo e concentrati sul tuo caffelatte). Il problema era che non faceva caricare la carta di quel tot. Cerco su internet, leggo, trovo. No papà devi caricarla in due tranche che c'è un tetto limite. "Okay va bene". Attendo ancora. Dopo una decina di minuti: fatto!fatto? fatto! A posto. Prendo la macchina e vado, faccio benzina (sempre più costosa), parcheggio, arrivo al negozio pronta per adempiere a Obiettivo e.... CHIUSURA NEGOZIO LUNEDI' MATTINA. Il pomeriggio avevo lezione. (Qualche santuomo l'ho tirato giù).


Dopo una lotta contro i miei sensi di colpa (fin troppo provati ultimamente e stanchi di non essere mai ascoltati) in cui io ho avuto la meglio, mi dirigo a casa dell'uomo per "studiare". Mhmh... sì. Ma non si sa come dopo lo "studio" riesco ad avere uno scazzo umorale e quindi litighiamo me ne vado mi sento in colpa per l'università voglio la reflex ho bruciato una mattina ecc ecc. Lui mi riprende per strada interrompendo la mia fuga da psicopatica. Si fanno le 15.00 e torniamo al negozio, scusi c'è la NikonD3100? sì. ma con l'obiettivo 15-105mm? sì sì. Bene, la compro! pago con carta tenga. Il venditore passa la carta e dopo un paio di espressioni caricaturali del concetto di "dubbio" pronuncia le frasi che sarebbero state per me l'inizio della fine: "non va". Come non va. "Dice che è troppo.." Ma i soldi dentro ci stanno, ne sono sicura! "Sì non è quello è che è una cifra troppo alta, non la autorizza" ....... (Clo smetti di fissarlo come un'allucinata, no, ferma, non sbattere la testa contro il bancone, dai, rispondi qualcosa, puoi farcela, calmati) La tenga lì, ripasso appena ho risolto la cosa.

Chiamo mio padre che non sa nulla. Io e l'uomo decidiamo di comune accordo di passare alla posta per prelevare i soldi dalla carta e pagare poi in contanti. Secoli per trovare parcheggio e un numeretto alla posta che è solo 65394839245 dopo quello attuale. Nel frattempo, dico, (siccome non ho pranzato) mi andrebbe un gelato così mi tiro su l'umore. "Okay c'è una gelateria buona qui vicino andiamo" GELATERIA CHIUSA - LAVORI IN CORSO - CESSIONE ATTIVITA'. Coi muratori dentro. "Ah.." Ah. Dopo aver vagato alla ricerca di un gelato e aver infine trovato qualcosa che gli assomigliava molto vagamente, torniamo alla posta e finalmente è il nostro turno.

Vorrei ritirare "Quanto?" Tutto.

"Strano non autorizza..." ..... (mio sguardo esasperato fisso nel vuoto). "Ah ma è una carta junior! Ma scusi lei è minorenne?" (occhiata interrogativa e incredula della tipa) No, direi di no. "Ah ecco mi pareva" ..... "Non ha mai fatto il passaggio della carta, vero?" A quanto pare.. "Ma può farlo adesso, ci mettiamo due minuti! Ah e deve anche metterla in sicurezza, è un altro piccolo passaggio, altri due minuti e passa la paura! Ah, e poi deve..."

DUE ORE dopo (letterali) io (sempre più acida ed estenuata) e l'uomo (sempre più coi coglioni sfracassati) ci dirigiamo nuovamente alla macchina constatando che è già buio e torniamo al negozio che è in chiusura. Lasciamo la macchina a pene di canide e balziamo alla cassa con i contanti in mano, aggrappandoci al bancone per reggerci in piedi.

Esco dal negozio con in mano LEI, (ho deciso di chiamarla Niki - della serie viva l'originalità), un parto, una sciagura, una benedizione, un desiderio avverato dopo una catena di sfighe che manco un untore mi poteva tira' (ma forse la vicina vecchiarda e paranoica infastidita dai rumori molesti dell'ultimamente abbastanza frequente "studio" mattutino mio e di uomo sì).

Ce l'ho fatta. CE L'HO FATTA. Ora mi butto sul letto e ci rimango per una mesata. Qualcuno ha detto "esami"? No vero? Mi auguro, per la vostra incolumità, di no.

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